sabato 31 maggio 2014

Accerchiato da dementi






Vicino al mio piccolo spazio esterno c'è un tetraplegico che ha un'orto.
Sopra di me ci abitano dei merdosi pezzenti dell'est e dei talebani.

1. Se vi da noia il caminetto acceso, dormite con le finestre chiuse. Semplice.
2. Se siete abituati a dormire con le finestre aperte, allora cambiate abitudini.
3. "Sennò io tiro giù spazzatura" Fallo, io poi ti appendo tuo figlio al filo dei panni con le sue stesse budella. Facciamo un bilancio: spazzatura aumentata di un sacchetto per me, figlio morto per te. Bella scelta, complimenti.


Comunque sto pensando di fare dei bei scherzetti a questi Viandanti e Contadini, come ai vecchi tempi, giusto per stabilire il concetto "Uno a me, dieci a voi". Il mongolo farà fatica ad accettarlo perchè evidentemente è convinto di vivere in una società dalle pari opportunità, sarà più impegnativo ma tutto si può fare. Per i plebei dell'est europa mi preoccupo poco, quelli sono qua in nero e sono rifugiati dai loro governi del cazzo, se si avvicinano alla questura vanno in auto combustione per istinto di sopravvivenza, con loro sarà una risata continua.




All'inizio pensavo di dargli 3 giorni di tempo per rimediare a ciò che la mente, mongola, del contadino gli aveva suggerito di fare..ammonire...dopo di che mi sarei mosso al fine di creare un BOCCONE (trattasi di una salsiccia ripiena, all'interno una sottile lamella di acciaio piegata in due e tenuta ferma da uno spago. Quando gli acidi gastrici la intaccano, lo spago si scioglie e...SDENG!!! la lamella si apre di scatto, squarciando qualsiasi cosa e condannando la bestia ad una morte lenta ed atroce) a quel suo bellissimo pastore tedesco, ma siccome la Principessa dal dente brillante è animalista (oltre al fatto che io sono incazzato ma non è necessario che ciò che scrivo per sfogo sia una reale e diretta trasposizione di ciò che penso, parlo così per risultare inaccettabile all'opinione pubblica di modo da avere sempre un "nemico" al quale sparare..sarebbe troppo semplice alleviare lo stress facendo qualcosa di necessario (tipo lavare la casa) e poi, sperperate lì le energie, mettermi alla play e rilassarmi XD - maledetta ruminanza ghghg ) , e per me è più importante la sua opinione di qualsiasi azione di questi deficienti. Diciamocelo, non è colpa sua se ha dei compagni umani rincoglioniti.

Allora ho deciso di andare da Gallina.

Dopo la recente discussione, il senso di colpa di Gallina era alle stelle, è bastato fare leva sull'affettività protettiva che ha verso di me per scatenare la belva:



  1. Lettera dell'avvocato ordinata immediatamente. Così si cagano in mano
  2. Acquisto immediato di rete fitta, piantane pesanti, ombrelloni enormi al fine di schermarmi da mongoloidi, pezzenti dell'est ed in genere persone poco colte per comprendere che nell'osservare/criticare/muovere contro al Camaleonte equivale muovere contro a Dio ( non perchè io lo sia ma perchè loro sono troppo inferiori all'homo sapiens sapiens)
  3. Aspettiamo che si svegli Condor, utile risorsa alla quale Gallina attinge per atti di forza spropositati che non potrebbe compiere da sola, così che venga qui ed estirpi con brutale violenza quello smacco aperto dal contadino mongoloide.

Tutto ciò è assolutamente legale, al contrario dei miei istinti omicidi ( od in genere sanguinari, che almeno qui descrivo una volta ogni tanto XD), ed è assolutamente garantito il rosiko dei poveri stronzi che mi attorniano.

Benvenuti a casa mia 






venerdì 30 maggio 2014

CHE GHIGNE






Lui: Ehy ciao, vuoi ballare con me? Sei quasi la più bella...<tono squillante con pause ritmiche che posano la cadenza sul terminare della frase>

Farfalla: Cosa hai detto? <tono di ghiaccio, fermo e con pause ad effetto premeditate, guardandolo dall'alto in basso di taglio>

Lui: < Si irrigidisce di colpo, pone un passo indietro e deglutisce. La guarda e sorride, quando riprende il controllo> che sei quasi la più bella...

Farfalla: Io SONO la più bella. Fila via và...<si volta e ridacchiando soddisfatta se ne torna da suo marito, ivi presente per tutta la scena, sempre calmo in apparenza ma sogghignante dentro di sè..conoscendola>
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Lui: Sa, anche io sono un po' psicologo...<sorriso bonario che pervade il volto e copre qualsiasi altra espressione  ostentando sicurezza e complicità, non fosse che gli occhi orientati in alto a sinistra insieme ad una posa rilassata inferiormente che mette in risalto petto, spalle e viso vadano a svelare la realtà dei fatti: superficialità e senso di inferiorità netti>

Gufo: <Si alza in piedi e si mette a guardare fuori dalla finestra, dando le spalle all'altro> Bella giornata, vero? <tono privo di inflessioni che altalena in finale tra toni grevi e squillanti, senza voltarsi>

Lui: Come..? <alza le sopracciglia e si irrigidisce sullo schienale del divano, spalanca la bocca in seguito ma nessuna parola viene formulata>

Gufo: ...volevasi dimostrare. Appunto.

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<Dopo settimane passate a chiedere con fare invadente ed anche piuttosto goffamente, se Gallina gli avesse fatto la grazia di prendere un caffè, lei acconsente ad una cena. Lui non bada a spese e prende il vino più costoso per non parlare di piatti elaborati, vestito come uno schiavo della Polis in un ristorante pluristellato, ove i metodi di pagamento figurano così:





>

Lui: <guarda il conto, apre il portafoglio, sgrana gli occhi e dipana la bocca senza emettere alcun suono. La guarda dal basso verso l'alto e se ne esce con un > Facciamo a metà?








venerdì 23 maggio 2014

Come Volevasi Dimostrare

Gallina: Vabbè ti ho buttato via quella cosa ma ero in buona fede, non pensavo ti interessasse. Scusa e pace.

Camaleonte: Non te la cavi così. Io non giudico le intenzioni, io giudico i fatti. Ed i fatti dicono che non hai alcun rispetto per ciò che non ha a che fare con te, egocentrica come pochi, assolutamente centrata su di te ed incapace anche solo di poter pensare agli altri come centri a sè stanti e tu satellite loro.

Gallina: Non è vero, io  mi sfondo per te e faccio molte cose a favore tuo.

Camaleonte: No, errore. Non lo fai per me, lo fai per te, lo fai per poterti dire da sola "Oh come sono stata brava" ed essere a posto, se ti incazzi alzi la voce e poi ti spegni come una tv rotta. Per me fai le cose che ti chiedo, quando te le chiedo e questo te lo riconosco. Inoltre tu non sai nulla di me: non sai cosa faccio, non lo chiedi e nemmeno ascolti a fondo quando parlo.

Gallina:   Io so cosa fai, invece. Non è vero che non ascolto, quando parli ti sto a sentire.

Camaleonte: Va bene, facciamo questo gioco. Che cosa fa un counselor?

Gallina: E' una specie di psicologo..no?

Camaleonte: Appunto. Una specie...cioè? Un sovrainsieme, un sottoinsieme,  qualcosa di simile ma non uguale che differisce in cosa..esattamente?

Gallina: Oooh che balle!!! Dimmelo te!

Camaleonte: A questo punto te lo vai a leggere se proprio ti interessa; per quanto riguarda la tua risposta...beh è troppo facile come te la suoni e te la canti. Tu sei una Gallina non un Gallus Sinae, se vuoi essere tale te lo devi meritare. E per meritartelo non basta che tu te lo dica da sola, che tu eviti il problema spegnendoti o che basti avere un pulcino. Per meritartelo devi esserlo un Gallus Sinae, nei fatti, devi impegnarti a dimostrarlo per essere poi riconosciuta. Per tua somma fortuna io conosco il significato delle parole, vedo ben oltre ciò fai, io vedo ciò che tu vorresti fare, ciò che non dici e ciò che vorresti dire ma non ci riesci...detto questo: alibi e scuse, o ti metti in gioco o resti una qualunque Gallina, ed io non entro nei pollai.

Gallina: Io non capisco cosa dici, me ne vado di là...

Camaleonte: Come volevasi dimostrare...



Punto di svolta

Giornata interessante la mia, ma andiamo con ordine:

ieri sono sceso ad Arezzo per una formazione con counselor americani, non me la potevo perdere assolutamente e poi avevo troppa voglia di rivedere ed abbracciare Lorenzo, Antonella, Emanuela e, piacevolmente sorpreso della sua presenza, Manuela. Sono contento che i miei doni siano piaciuto, per me Lory ed Emy sono come fratello e sorella e non basterebbero gli elogi di due paginate a descrivere ciò che rappresentano dentro di me, voglio loro un gran bene! Il figlio di lui, Francesco, mi è piaciuto subito con la sua morbidezza (anche interiore) e quella voglia di fare e vivere che a vederlo sembrava quasi inesauribile. Ho condiviso con enorme piacere la cena con loro, per me la tavola della propria casa è impareggiabile come ambiente anche perchè mi permette di assaporare tutti quei piccoli dettagli, emozionali e fisici, che privi di schermo imposto vanno e vengono continuamente attorno a me come pulsar inarrestabili; sono stato bene perchè ho potuto gustare, respirare, vedere, sentire e toccare la casa di Lorenzo ed Antonella, in essa i loro ricordi, ciò che lasciano giorno per giorno, quello che parla per loro e quello che comunque fuori resta celato in qualche misura.  La torta che ho modificato è piaciuta molto, non amavano la vaniglia così l'ho dovuta ri bilanciare e l'abbiamo chiamata TORTA TATA-NELLA che è il nomignolo con cui il piccolo (grande!) Francesco chiama Antonella. Si sono commossi nel leggere il mio regalo e ne sono compiaciuto perchè allora hanno capito a fondo le mie parole, Antonella ha detto che lo metterà in camera perchè non è una cosa che tutti possono leggere. Sono stato bene, felice di aver dato loro qualcosa di mio. La sede Prepos di Arezzo è una cosa spettacolare!!! Questa estate scenderò a dare una mano nella ristrutturazione, ho già preso accordi; essa si trova di fianco ad una chiesa in uno spazio verde ampio con il giusto sole e la giusta quiete tutto attorno, anche se piovesse sarebbe un buon posto per riscaldarsi. Gli americani..simpaticissimi e soprattutto comprensibilissimi, non ho mai perso il filo del discorso ed anzi ho parlato con il mio vicino , Matthew dell'Alabama, spesso e volentieri del confronto tra il nostro modello ed il loro, sono differenti in moltissimi punti perchè la realtà stessa è assolutamente dissimile. Ho incontrato Emy con il pancione, l'ho abbracciata trattandola come una bambolina di cristallo (non posso farci niente amica mia :D ) e in quel momento i suoi occhietti azzurri mi hanno riempito affettivamente in modo globale, esattamente come l'abbraccio fraterno di Lory la sera prima...grazie ragazzi. Il pranzo è stato fatto in un posto molto bello, è un ristorante che vi consiglio e che potete vedere qui , personalmente ho mangiato molto bene e non mi sono sentito pesante dopo, nonostante facesse un caldo bestia, più che altro per l'umidità. Manuela ci ha raggiunti lì e si è seduta affianco a me, già stavo parlando con sua figlia di cucina (è una brava cuoca ^^) e con lei ho parlato del più e del meno, esattamente come con Marco ( creativo della Madonna che verrà annoverato tra i miei contatti ristretti perchè oltre ad essere un role player è anche il grande che ha messo tutto su carta, un giornale che parla di noi a 360 gradi..grandissimo Marco!), ed anche delle problematiche sul fare laboratori esterni ai campus, mi piace conversare con loro, con tutti loro, perchè al di là di Prepos voglio toccare con mano l'essenza umana che c'è dietro e di cui sono innamorato. Oggi sono stato proprio bene, a mio agio ed anche tra persone che mi hanno accettato e mi hanno voluto bene.
La notte prima devo aver svegliato 20 persone, ho chiesto agli altri Cavalieri un sostegno perchè avevo deciso di andare a San Marino, sulla tomba di Amanda a svoltare pagina senza strappare la precedente. Mi hanno sostenuto tutti, compresi Enzino ed Emilia e tutti mi hanno dato parole di gratifica dopo che sono riuscito a concludere la mia visita, dopo sedici anni con tutto ciò che adesso ne conseguirà. Ne sono consapevole, so a cosa vado incontro e so cosa determinerà in me...ne sono rasserenato e forte di ciò che adesso so di poter fare. La cena/riunione con Sara, Bruna, Ilaria e Jenny è andata molto bene poichè abbiamo sia pianificato tutto alla perfezione, sia perchè abbiamo cenato come cinque cavalieri legati da ben di più che una conoscenza superflua, sono tutte preziose per me...loro sono quel tipo di persone a cui non voglio rinunciare. Mercoledì prossimo probabilmente ceno da Enzo, devo dargli un dono simile a quello di Lory ed Emy e poi fargli vedere ciò che Sonia e Sara hanno creato, opere che mi rendono ORGOGLIOSO
di essere loro compagno in questa vita. Sto saltando dei passaggi perchè l'esperienza a San Marino mi ha sfiancato del tutto, però Lory ho fatto ciò che hai detto: ho portato la terra fino al mare, l'ho lasciata andare dove avrebbe voluto.

Enzo, Emilia, Raffaella, Rollando, Giulia S, Irma, Ilaria, Patrizia, Jenny, Bruna, Sara, Emanuela, Manuela, Marco, Licia, Lorenzo, Antonella, Francesco, Marina Db, Marina C, Raika, Vincenzo, Sonia, Elisabetta, Milena, Chiara A, Valentina, Giulia M, Riccardo, Daniele, Rita, Chiara P, Totò, Carmela  : 


venerdì 16 maggio 2014

I Sette Passi

  • Primo passo     Il luogo della pace e del silenzio
Chi sia stato nominato Cavaliere di San Valentino deve, appena giunto a casa, trovare il suo angolo di riflessione. Esso può essere un posto qualunque nella sua abitazione (una stanza, un angolo, un terrazzo, una cantina o una soffitta,...) o fuori (una panchina in un giardino, un angolo appartato in un cortile, un anfratto, un bosco, una spiaggia, uno scoglio,...). Nel suo "posto del silenzio" il Cavaliere dovrà recarsi di tanto in tanto specialmente quando si sente in crisi rispetto alle sue scelte ed ha bisogno di guardarsi dentro. Il posto deve essere scelto con cura e può essere sostituto anche ripetutamente fino a quando il Cavaliere non ne trovi uno adeguato. Scoprirà il suo "posto del silenzio" quando in tal posto si sentirà pienamente a suo agio. In tale posto deve rispettare la regola del silenzio. Dovrà porre massima attenzione nell’evitare il rumore, anche il più piccolo come il calpestio della ghiaia sotto i piedi, lo strusciare di un abito o lo stropiccio di un foglio di carta. Evitare i rumori esterni è un’ottima guida per spegnere i rumori interni. Naturalmente non esiste un "posto del silenzio" ottimale poiché la serenità di un luogo è determinata dallo spirito di chi lo frequenta quindi, dopo alcuni cambiamenti, sarà bene accontentarsi del posto trovato ed iniziare a migliorarlo con il proprio silenzio interiore. Il tale "posto del silenzio" il Cavaliere deve nascondere il suo distintivo, considerandolo come un piccolo tesoro da indossare solo nelle occasioni appropriate. Se dovesse perdere o non possedere il distintivo dei Cavalieri di San Valentino può costruirselo da solo, disegnandolo su un cartoncino, intagliandolo nel legno, nella plastica o nella creta. Il "posto del silenzio" ed il nascondiglio del distintivo sono l’unico segreto di un Cavaliere di San Valentino che, per ogni altra cosa, deve esprimere il massimo di trasparenza possibile. Potrà mostrare posto e distintivo ad un altro Cavaliere rispettando insieme a lui la regola del silenzio. In tale occasione potrà essere vissuta una profonda intimità più forte dell’imbarazzo e del senso di ridicolo che ambedue i cavalieri sentiranno emergere dentro di sé. Per questo il Cavaliere dovrà essere particolarmente prudente: l’intima tenerezza è un sentimento talmente sottile e delicato da essere irrimediabilmente distrutto dalla derisione e dalla grossolaneria. Se un cavaliere non è in grado di compiere con umiltà e decisione questo primo passo perché assalito da dubbi e indecisioni o perché si sente troppo adulto per un gesto così infantile è bene che interrompa l’itinerario fin dal primo passo. Potrà sicuramente realizzare molte altre cose più importanti e impegnative ma la via cavalleresca alla pace interiore non è la sua Chiamata.
  • Secondo passo    99 aggettivi positivi dell’innamoramento
Essere innamorati è la regola interna per il Cavaliere di San Valentino: egli può intraprendere una impresa solo se sente di essere "innamorato" di quella realizzazione o, meglio, se riesce ad accendere dentro di sé l’innamoramento. Ci si può innamorare di una fatica, di un sacrificio, di un impegno, di un sogno, di un desiderio, e si può essere fedeli solo se ci si innamora della fedeltà a ciò in cui si crede. La regola dell’innamoramento ha il suo senso profondo nel fatto che le realizzazioni dei Cavalieri di San Valentino sono possibili solo se nei Cavalieri che le intraprendono è accesa la potenza dell’innamoramento. Che è la potenza meno maneggevole e manipolabile dell’intero cosmo.Non si sa perché ci si innamora ; è infatti il sentimento meno dotato di razionalità formale pur possedendo intimamente la razionalità profonda connessa all’affinità elettiva che ciascuno ha nei confronti dell’oggetto del suo innamoramento. Qualcosaaccende l’innamoramento ed è quel "qualcosa" che richiede l’autoascolto e l’investigazione intima per scoprire nelle pieghe della propria anima la fonte di quell’attrazione, l’origine di quello stato d’animo e il bisogno interiore a cui tale stato corrisponde. Per poi vivere naturalmente quell’innamoramento sapendolo gestire compatibilmente con i limiti della nostra condizione umana. Trasformando cioè il sentimento in (giusti e possibili) gesti concreti. Così facendo diventa possibile vivere da "innamorati" e cioè sperimentare quotidianamente il sentimento più bello della vita. Solo chi sceglie di non aver paura di vivere felice è in grado di compiere questo secondo passo. Altrimenti sarà trattenuto dalla paura e dalla sfiducia che spinge verso il controllo ed il dominio sull’oggetto (persona, gruppo o impresa) del suo innamoramento. Giungerà a possedere il controllo ma perderà l’innamoramento. E’ utile osservare i giovani quando vivono le loro prime "cotte" ; da loro si può imparare che desiderano la situazione di innamoramento perché vogliono gustarne lo struggimento interiore e sono più innamorati del fatto di essere innamorati di quanto non lo siano per la persona oggetto del loro innamoramento. Tale forma immatura e narcisistica di innamoramento può essere la premessa per la oggettivazione concreta del sentimento in possibili futuri gesti d’amore oppure può diventare l’egoistica ricerca di possedere l’altro per continuare a sperimentare il piacere di un sentimento che è già irrimediabilmente svanito nell’attimo del possesso. La solitudine di molti uomini è spesso conseguenza di fallimenti nel trasformare in relazione la tensione interiore prodotta dall’innamoramento. Il Cristianesimo ci insegna che anche l’amore più slegato dalla concretezza del quotidiano, e cioè l’amore verso Dio, trova realizzazione solo nell’uomo a noi prossimo. L’innamoramento non può rimanere un sentimento allo stato puro né essere consumato come un oggetto. Pur divenendo concretezza non può essere posseduto altrimenti quel meraviglioso stato di grazia si esaurisce. Qualcosa rompe l’incantesimo ed i cocci sono ingombranti, tristi e spesso fastidiosi. Perché? Spesso è difficile trovare il motivo, a volte impossibile se la persona non è stata precedentemente attenta a leggere l’affinità elettiva autentica che la attirava verso l’oggetto del suo innamoramento. Se non comprende come, perché e di cosa si sente innamorata come potrà poi scoprire quali ostacoli interni le hanno impedito di calarsi e navigare nell’incantamento. Molte persone vivono l’amarezza di una lunga serie di delusioni perché non sono mai riuscite nello sforzo di comprendere il perché dell’innamoramento ed il perché della loro incapacità di viverlo. Il Secondo passo della Regola pone l’obbligo di sentirsi innamorati, di fa crescere l’innamoramento dentro di sé e di verificarlo mediante l’attribuzione alla persona o all’impresa di cui il cavaliere si sente innamorato di 99 aggettivi positivi e veritieri. Per verificare la qualità e la potenza del suo innamoramento, per farlo crescere e viverlo pienamente il Cavaliere di San Valentino dovrà pazientemente elencare i 99 aggettivi positivi ed ascoltare dentro di sé la progressiva crescita di potenza e intensità del suo sentimento. Se non riesce ad elencarli significa che stava inseguendo una chimera ed è bene che non si esponga a fallimenti. Se non ritiene utile elencarli perché tale fatica rappresenta una perdita di tempo non avrà superato il secondo passo della Regola.
  • Terzo passo   Il gruppo di incontro
Fin qui si è parlato dell’oggetto dell’innamoramento in modo neutro : "oggetto" dell’innamoramento può essere un’idea, un obiettivo da realizzare o un progetto da costruire. Ma l’innamoramento più tipico è quello rivolto verso l’altra persona. Ed è su questo che i Cavalieri di San Valentino debbono esprimere il massimo della loro originalità ed autenticità, uscendo dai luoghi comuni e dicendo ai giovani la verità che conoscono sull’amore.La prima scoperta che siamo riusciti a far condividere ed a far circolare è "l’innamoramento di gruppo". Un innamoramento di gruppo trascurato e diventato atipico nei contemporanei modi di vivere. Questo tipo di innamoramento con le sue infinite sfaccettature è stato riscoperto nei gruppi ed è il contenitore, la coppa, il cui si amalgamano e si incontrano sentimenti, qualità e personalità di diversi uomini. Vivere momenti di gruppo di incontro, all’interno dei clima il clima diventa rarefatto ed anche i sentimenti più impalpabili diventano vissuti è la via per la riscoperta della partecipazione e della condivisione. Non è possibile pensare al gruppo unicamente come un luogo di lavoro, di studio o di divertimento, come un gruppo di animazione o di formazione dimenticano che il gruppo è il crogiolo delle essenze umana nell’affratellamento. Il gruppo è il luogo dove gli uomini scoprono le differenze delle loro identità individuali e l’uguaglianza di tutti nel vivere allo stesso modo i sentimenti della vita: la radice dell’uguaglianza umana sta nell’identico modo di sentire e riconoscere la gioia, il dolore, la paura, la tensione, la vergogna, l’entusiasmo, etc... Due o più uomini scoprono l’uguaglianza umana quando sentono che anche gli altri sentono le stesse emozioni allo stesso modo. Fare gruppo è il terzo passo della Regola dei Cavalieri di San Valentino. Il Cavaliere infatti deve rifuggire la solitudine e tendere a consolidare la conoscenza ed i legami con altri uomini. "Per caso ci si incontra e si diventa amici, ma non si resta amici per caso". Anche l’amicizia ed il gruppo richiede cura ed attenzione. Il Cavaliere di San Valentino deve far crescere le sue amicizie ed il suo gruppo. Egli dovrà sempre sapere quanti amici ha e chi sono. Dovrà periodicamente elencarli, anche scrivendoli su un foglio, dedicando un pensiero a ciascuno di loro, dovrà essere consapevole del grado, dello stato e della consistenza del sentimento di amicizia che lo lega a ciascuno. Dovrà ricordarsi di loro e tenere vivo il legame. Se il pensiero improvviso di un amico gli attraverserà la mente sappia che questo può essere un messaggio interno che venendo alla luce gli mostra qualcosa di inesplorato in quell’amico. Dovrà dunque cercarlo perché l’amicizia cresce solo se la si coltiva. Dovrà poi sottrarsi alle amicizie esclusive che allontanano alcuni per privilegiare una sola o poche persone; anche se belle ed arricchenti rischiano spesso di degenerare in rapporti di protezione o di complicità. E’ importante rammentare poi che un gruppo è, come minimo, formato da tre persone. Due sole sono una coppia. Se preferirà rimanere oltre il legittimo solo con una o poche persone selezionate non riuscirà ad estendere il confine del suo gruppo e  un gruppo che smetta di accogliere e crescere, secca e muore, come del resto ogni cosa nel mondo della vita. Avrà così fallito nel terzo passo.
  • Quarto passo    Aumentare l’energia interna
Il gruppo è il luogo dove attraverso lo scambio crescono le energie di tutti i membri. Il Cavaliere di San Valentino deve però imparare a caricarsi ed aumentare la sua energia interna anche da solo. Non è giusto infatti ricorrere agli stimoli ed alle emozioni ricavandole esclusivamente dalla realtà esterna. Molte persone immature riescono ad emozionarsi ed a vibrare solo se consumano qualcosa o qualcuno. Per loro un maglione nuovo rimane nuovo solo fino a che qualcuno se ne accorge e rivolge loro un complimento a proposito del maglione; quando quel maglione non ha più effetto sociale è già diventato vecchio. Lo stesso vale nella ricerca di divertimento che deve essere sempre più stimolante fino allo "sballo" perché altrimenti non è sufficientemente attraente. Abituata a vivere degli stimoli altrui tale persona vive nella pigrizia fino a scivolare lentamente nell’apatia. E’ come un colabrodo che perde forza e consistenza da cento buchi. Non riesce ad accendersi da solo per nessuna impresa né avere sufficiente volontà per affrontare anche le situazioni più semplici e piacevoli. Sarà totalmente incapace di andare contro se stesso e caricarsi di compiti, impegni e responsabilità faticose e magari spiacevoli. Il Cavaliere di San Valentino deve invece imparare a concentrarsi e rendere sempre più potente la sua motivazione interna. Per aumentare la sua carica interna il Cavaliere deve dapprima imparare a chiudere i buchi attraverso cui perde energia e motivazione; frasi mentali come "è inutile, non ce la faccio!" o come "ma chi ne ha voglia!", "ma chi me lo fa fare!" debbono essere cancellate con cura dal suo vocabolario e sostituite con la frase "Ma lo voglio davvero?", o, meglio, "Qual’è il mio vero desiderio?". Diventare semplici significa andare al centro delle questioni, separando l’essenziale dal superfluo. Tutti sono capaci di essere complicati, molto pochi sono in grado di essere semplici. Dovrà poi esprimere a se stesso ed agli altri del suo gruppo o, più genericamente, ai suoi amici i suoi autentici desideri esprimendoli con chiarezza. Esprimere i desideri porta ad innamorarsene sempre più ed a coltivarli dentro di sé per essere pronti a cogliere al volo le occasioni pere realizzarli. "Far la punta" ai desideri ed ai sogni rendendoli aguzzi è indispensabile per caricarli di forza e renderli penetranti nella concretezza della realtà.
  • Quinto passo        Baciare le proprie ferite
Il dolore è parte della vita ed un importante traguardo per il Cavaliere di San Valentino è quello di diventare un uomo che sa sopportare il dolore. Quando un dolore, fisico o psichico, ci assale diventa il centro della nostra attenzione e semina confusione interna e paura di sperimentarlo ulteriormente; mentre disordinatamente si alzano tutte le difese, l’agitazione per il tentativo di allontanarlo e rimuoverlo peggiora la situazione. Per reggere il dolore è necessario un altro procedimento: ascoltare il punto preciso da cui proviene. Se il dolore è fisico occorre individuare con l’ispezione mentale l’arto o l’organo indolenzito andando lungo il filo del dolore e risalendo fino al suo centro; se il dolore è psichico occorre scavare nelle parti di sé che sono state ferite ed individuarle con altrettanta precisione per comprendere la ragione di tale vulnerabilità senza paura di vederla aumentare al fine di localizzare la trama antica su cui quello specifico dolore si appoggia. Poi, in tutti e due i casi, il Cavaliere deve con umiltà "baciare le sue ferite", accettandole come parte integrante della sua vita e della sua persona, chiedendosi scusa da solo per non essere ancora riuscito a sanarle.
Il tempo sana le ferite le quali, però, rappresentano il fulcro della capacità umana di sollevarsi e di sollevare gli altri. Una ferita interna o esterna ha bisogno di essere protetta ed il compito del Cavaliere è quello di proteggere le ferite prendendone cura, sollevando da esse tutto ciò che può toccare, irritare o infettare. Ciò vale per le proprie o le altrui ferite evitando di trattarle con superficialità ed imparando il rispetto profondo per ogni dolore dell’uomo. Da questa cura e rispetto nasce la possibilità di sollevarsi e sollevare dal dolore. Solo se pienamente vissuto il dolore può esaurirsi, altrimenti si metabolizza in sofferenza estenuante. Seguire il filo del dolore porta ad accettarlo ed a "macinarlo" toccandone il fondo per trovare, anche nell’angoscia più nera, quel filo di luce che è l’origine della forza e della risalita. Il quinto passo delle Regola del cavaliere di San Valentino impone l’esercizio di tenere in attenta considerazione la propria "ferita" quotidiana. Non v’è un solo giorno della vita, anche il più meraviglioso, che non contenga qualcosa di negativo, seppur piccolo, come, d’altra parte, non v’è alcun giorno, anche il più sfortunato, che non contenga qualcosa di positivo. La "ferita" quotidiana va accolta, considerata e "baciata" perché solo così potrà rimarginarsi. L’umile gesto di baciare le proprie ferite serve ad imparare ad essere forti. L’umiltà di accettarsi feriti tempra ed insegna a sollevare e sostenere, oltreché se stessi, anche altri uomini sofferenti che hanno bisogno di sollievo. Rimuovere o ignorare la propria ferita quotidiana indebolisce progressivamente per l’accumulo e per le possibili degenerazioni.
  • Sesto passo   Avere cura
Agire responsabilmente significa conoscere la concretezza dei risultati delle proprie azioni e delle proprie scelte. Affrontato con responsabilità il mondo non appare più così inspiegabile ed enigmatico, ma più trasparente e comprensibile. Il destino non è più capriccioso ed imprevedibile, ma diventa la risposta di oggi a quanto abbiamo fatto ieri. Il tempo acquista così il suo vero significato: il presente non viene più percepito come un momento piccolissimo attraverso cui il futuro diventa passato e si dilata. Il tempo del presente può essere gestito e vissuto con maggiore armonia ed equilibrio se preso in considerazione per quello che è. Essere responsabili significa "avere cura": svolgere con cura i propri compiti, porre attenzione nei confronti di se stessi, degli altri del mondo. Essere prudenti e non frettolosi. Il Cavaliere di San Valentino deve imparare a conoscere i suoi tempi. Valutare quanto tempo impiega nello svolgere le azioni della vita quotidiana e saper dosare i suoi impegni a seconda delle sue possibilità.
Il sesto passo della Regola verte sul rapporto che il cavaliere stabilisce con le persone e le cose del suo mondo. Egli deve imparare ad avere cura di sé, dei suoi cari e dei suoi oggetti ricordando che gli appartengono solo le cose di cui è capace ad assumersi la responsabilità. Più responsabilità si assume e più sarà ricco e che finirà per perdere ogni cosa di cui non avrà cura. Il Cavaliere, specie se ancora giovane e non abituato alla responsabilità, potrà cominciare ad apprenderne il funzionamento scegliendo e riconoscendo come suoi alcuni oggetti a cui è affezionato e badando quotidianamente alla loro cura. Scoprirà così l’importanza di dedicare il giusto tempo alla loro cura: la prima scoperta lo porterà a volgere gli occhi al futuro vedendolo come esito di quanto egli sta costruendolo con il lavoro di oggi. La seconda scoperta riguarda il cambiamento di sé, delle cose, e degli altri: non ci sono momenti magici o rituali per cambiare o far cambiare improvvisamente, ogni processo ed ogni percorso ha la sua logica ed i suoi tempi. La terza scoperta riguarda il rapporto con gli altri: assumersi la responsabilità di qualcuno (o per qualcuno) produce come conseguenza immediata diventare importanti per qualcuno. E non ha senso la vita se non si è importanti per qualcuno.
  • Settimo passo   Sapersi separare e saper respingere
La libertà consiste nel saper rinunciare alle proprie dipendenze e saper riconoscere i propri condizionamenti. Diventare liberi richiede l’essere vigili per sapere quali seduzioni o debolezze portano il Cavaliere in qualche prigione. La Regola impone al Cavaliere di San Valentino di fare il possibile per scoprire le prigioni in cui è rinchiuso e di fare l’impossibile pur di riuscire a scappare. Fuggire significa, in molti casi, separarsi da una parte di se stessi e questa rinuncia è molto difficile e dolorosa. Perdere abitudini consolidate, a volte vere e proprie dipendenze o vincoli, perdere addirittura quel copione costantemente recitato che ha prodotto il ripetersi incessante degli stessi errori e delle stesse sofferenze è però un obbligo interno prioritario nei confronti di se stessi.
Ogni Cavaliere deve prendere in attenta considerazione che è possibile "fare a meno" di molte cose solitamente ritenute indispensabili. Si tratta di cominciare a vederle sotto un’altra luce e cominciare ad immaginare se stesso in una situazione diversa privo di quelle abitudini, di quei legami o di quelle dipendenze. I primi tentativi, pur se solo nell’immaginazione, saranno fallimentari. Una condizione di prigionia non è prodotta da un solo laccio ma da una rete, magari con nodi molto fitti, che impedisce di trovare una via di uscita. Ogni ipotesi di cambiamento e di liberazione sarà falsificata da qualche altro vincolo o dipendenza strettamente interconnesso con gli altri. Ma non deve disperare, né tentare soluzioni avventate che, di solito, producono solo nuovi danni e nuove prigionie. L’evasione dalle prigionie verso la libertà del cambiamento richiede un lungo lavoro di preparazione e di studio per visualizzare la libertà come possibilità di uscire dallo schema. Dovrà poi chiedere con molta umiltà aiuto a qualcuno che lo ascolti e che sappia riconoscere il suo dolore e le sue necessità mostrandogli una visione diversa del mondo e delle cose. Non è possibile scappare dalle prigioni delle dipendenze e dei vincoli se qualcuno non aiuta dall’esterno: l’aiuto principale è quello di ricevere una visione diversa del contesto e dello stile di vita in cui si è imprigionati. I varchi per la fuga si vedono infatti solo dal di fuori.

La libertà poi va difesa respingendo ogni assalto da parte di dipendenze vecchie e nuove e mantenendosi saldi. La connessione tra libertà e autostima è fondamentale poiché è proprio la stima in se tessi riacquistata che difende da nuove pericolose seduzioni. L’esercizio della libertà è fondamentale per il Cavaliere di San Valentino. Proprio perché il prezzo da pagare per liberarsi dai condizionamenti è sempre molto alto egli dovrà con scrupolo esercitarsi alla lunga riflessione prima di intraprendere scelte che lo possono portare, in cambio di poco, a diminuire o perdere la sua libertà.

martedì 6 maggio 2014

Attentati ai sentimenti - Istigazione ed Intimidazione

Rieccoci al nuovo capitolo sul come difenderci da eventuali attentatori ai nostri sentimenti, fragili per loro stessa natura anche se oltremodo potenti nella loro forma più espansa.

Non vedremo mai, o di rado, il perchè qualcuno dovrebbe attentare ai nostri sentimenti, le ragioni spesso sono troppo personali e riguardano un determinato tipo di vissuto, diverso per ogni persona ed oltre a questo l'intrapsichico non è il mio campo. Domandarsi il perchè le cose vengono fatte, dagli altri, è porsi problemi sovente irrisolvibili, domandarsi che cosa guardare, come riconoscere un attentato e cosa fare per evitare il peggio a noi stessi è invece una strada percorribile.

Istigazione ed Intimidazione hanno una cosa in comune, entrambe sono volte ad evitare che il soggetto non possa pensare perchè non gli se ne lascia il tempo fisico. Vediamole nello specifico:

(cit. Prepos)

Intimidazione


L’intimidazione paralizza ed impedisce il pensiero e le scelte, mettendo in campo una violazione brutale dei sentimenti della persona, per renderla incapace di reagire. La violenza psicologica dell’intimidazione è sottovalutata rispetto alle caratteristiche relazionali dell’abuso a cui si accompagna. Le vittime degli abusi descrivono un vissuto di separazione profonda da sé stessi prodotta non tanto dal dolore e dalla violenza fisica subita, ma dalla lacerazione della loro interiorità. La frattura provocata dall’intimidazione è dentro il sentimento del sé, diviso da una scissione. Gli occhi guardano, la mente registra ma non c’è reattività, né esteriore, né interiore. All’esterno non si produce nessun movimento di resistenza, all’interno nessuna elaborazione attraverso la percezione del dolore, della rabbia o dello sconforto. A volte l’unica elaborazione è quella depressiva; ciò accade spesso nei bambini che, attribuendo ancora all’adulto una connotazione positiva, si auto attribuiscono la responsabilità dell’essere vittime e, successivamente, rivolgono contro se stessi l’aggressività. Dal loro punto di vista la colpa è loro, perché un adulto non può essere così cattivo da far loro così tanto male.
Nei casi di abuso fisico sono più evidenti gli effetti dell’intimidazione, agita per rendere l’altro annichilito e passivo di fronte all’azione. Ed è l’intimidazione la vera protagonista della frattura interna, molto più della violenza in sé. In persone colpite da violenza anche più grandi non si riscontrano disastri emotivi come in chi ha vissuto paralizzato un abuso. La struttura della comunicazione di intimidazione è dirompente e progressiva, senza cedimenti e titubanze; può esistere senza esercizio di violenza fisica, ed anche senza esplicite minacce, nella sola qualità di invasione psicologica della mente altrui. Sono catalogabili come intimidazioni tutte le pressioni di potere su soggetti vittime agite a scopo di estorsione o di mobbing (il mobbing è una patologia sociale originata da aggressioni, per lo più di genere psicologico, da parte di colleghi e/o superiori gerarchici sul posto di lavoro. Tra i diversi comportamenti di mobbing l’intimidazione è presente nelle condotte aggressive tendenti ad impedire alla vittima di esprimersi attraverso urla, rimproveri, critiche, improperi, terrorismo telefonico, ecc.).
L’effetto dell’intimidazione è distruttivo della dimensione profonda della persona perché si insinua come frattura tra il sé e la percezione profonda del valore dei sentimenti; il risultato è quello di non riuscire più ad avere un contatto con la propria personale identità. Questo tipo di azione può dunque "portar via l’anima", impedire cioè per lungo tempo l’ascolto della parte più sensibile e sensitiva dell’interiorità umana.
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Istigazione
Chi istiga pretende una risposta immediata, non tanto perché tal risposta sia subitaneamente agita verso altri, quanto al fine di far assorbire immediatamente il contenuto specifico di quell’istigazione. L’istigazione è un processo, a volte duraturo, costituito da tappe e da passaggi con calcolata progressione strategica volta a determinare una nebbia conoscitiva e valutativa intorno al soggetto istigato dalla quale egli può uscire solo dando credito ad un suggerimento, a volte nemmeno profferito in forma compiuta, alla cui luce tutto si rischiara. La persona istigata non sa esattamente cosa fare e cosa pensare ed il suo tempo è stretto e limitato poiché sente impellente il bisogno di agire e di sistemare le cose con giustizia. L’istigato è prigioniero della confusione e del conflitto interiore a cui vuol por fine senza avere più il tempo per pensare o per decidere
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Come difendersi?

Cosa si può fare quando qualcuno ci intimidisce o ci istiga? Ora possiamo accorgercene ma gli antidoti sono due, singoli e precisi, che non servono solo ad evitare che il colpo ci sbricioli dentro ma anche a rendere inoffensivo chi attua l'attentato. Vediamoli nello stesso ordine in cui abbiamo presentato gli attentati: 
L’antidoto agli attentati intimidatori è il possesso del proprio tempo vitale. Solo che possiede il senso interno del tempo può respingere tali assalti, tenendosi saldamente al suo essere nel tempo, al senso della durata, alla incontestabile certezza che quanto avviene intorno a noi è comunque un’esperienza transitoria, e, in ogni caso, ha un dopo. La durata consente di riconoscere l’azione esterna e quando tale azione viene riconosciuta, riemerge la consapevolezza della propria identità e svanisce la paura. "Un giorno la paura bussò alla porta, il coraggio trovò il tempo per andare ad aprire e non c’era nessuno".

Il possesso del proprio tempo è l’antidoto all’istigazione utilizzandolo sulla base delle personali scadenze, precedentemente decise: "domani si vede", "lunedì prossimo analizzo il da farsi", "dopo Pasqua ne parliamo", ecc. L’essersi dati scadenze e progetti rassicura e mantiene forte la serenità interiore ed il contatto interno, corroborando l’ottimismo giacché chi è amico di un tempo galantuomo non si sente obbligato a rispettare le scadenze imposte da altri mediante l’assillo dell’istigazione.

lunedì 5 maggio 2014

Cavaliere non si nasce

Essere saldi non è sempre semplice, sebbene sia ben chiara la via da seguire è altrettanto evidente quanto sia difficile sostenerla e scelgo a volte di non intraprenderla. Vediamole tutte con ordine.

- Coguaro frequenta sia Giovanna che il suo amico, il problema è che finchè sono amici suoi per me non c'è problema ma essendo poco raccomandabili non deve nè chiedere alla Faina di chiamarli per conto suo nè di cercarli in giro perchè altrimenti lui si annoia senza la loro compagnia, tanto meno metterla sui soldi. E' vero che Giovanna&c. fanno ridere anche me, mi fanno comodo, ma non dovrei permettere che Coguaro usi la Faina come intermediario. Io per primo, chiaramente.

- Oca e Gatto fanno il tour con me da anni e mentre lui si diverte lei dice, solo adesso, che la cosa la infastidisce. Però durante il tour incinta, ride, registra tutto...non ti fa pensare che le dia noia, perchè incamera per un mal riposto senso di accondiscendenza verso il divertimento altrui "non voglio rovinarvi il gioco" peccato che agendo così, quando poi inevitabilmente esplode, lo rovina eccome, anzi diventa la nota stonata in tutto ciò. La realtà dei fatti è che nemmeno a me convince il tour, il mio motivo era la chiusura di gatto posta in antitesi al tour stesso: se smetto di farlo lui si chiude, anche se a me non va non riesco a trovare alternativa che non sia un dispendio di denaro gravoso a me fastidioso. Io non sono disposto a pagare ogni volta che si deve fare qualcosa, da bambino giocavo senza pagare e ci si divertiva. Ora no? E perchè?

Mi rendo poi conto che sono fisime solo mie:

- Ho mai chiesto a gatto se si stava annoiando? E ho creduto alla sua risposta o avevo del pregiudizio, cosa che succedeva pure con Coniglia? Pregiudizio..diciamo mie paure ecco.
- Ho ascoltato Oca quando mi diceva che inseguire un viandante le dava noia? Si, il problema era il tono esagerato che mantiene SEMPRE quando si lamenta, non fa un discorso che tocca il sensibile altrui, fa solo incazzare e di conseguenza la ignori perchè è come sentire un bimbo che si lagna senza ragione nè causa...ma è davvero necessario che lo esprima come da manuale? Non andrebbe filtrata e compresa al massimo possibile? Si. Ce la faccio? A volte. E allora? E allora Gatto la provoca, la punzecchia e non gliele lascia passare, mi ci trovo in mezzo e non voglio fare le parti.

Ecco il problema. Stare in mezzo.

Stacci e scegli la via del Cavaliere o quantomeno esplicitala, se non vuoi andare a fare benzina alla IES, lo dici e spieghi anche perchè, se poi ci vanno lo stesso allora tieni la posizione difficile: vai a piedi.

So qual'è la via del Cavaliere, non è che non lo so, sarebbe l'ora di imboccarla.

O di provarci.

E' difficile a volte perchè ti sembra di essere solo contro la corrente, ma se ad esempio Oca me lo avesse detto subito od io, soprattutto, lo avessi spiegato..allora saremmo stati in due. Certo Oca si incazza anche a fare altro, ma con Gatto più che con me, si punzecchiano ma lì sai..sono cazzi loro, solo che come già detto mi ci trovo in mezzo. Glielo farò presente ogni volta, allora.


domenica 4 maggio 2014

Gli attentati ai sentimenti - Come riconoscerli e difendersi

Per fortuna c'è chi sa difendersi, anche se alle volte si tratta per lo più di reazioni al colpo ricevuto, non avere un vero e proprio book di difese e soprattutto un metodo sicuro per riconoscere tali attentati nel momento cui vengono attuati, porta a ricevere il colpo in pieno e poi, per chi ha la forza o lo spirito a reagire. Si impara sulla propria pelle che ci se la può fare e si da alla propria ingiustizia subita tanti nomi: rabbia, coraggio, orgoglio...è senso di giustizia, null'altro.

L'orgoglio porta ad ottenere  l'indipendenza, la stima degli altri, le conferme della propria identità e della propria persona. Al negativo l'orgoglio produce solitudine, eccesso di vita mentale, ruminamento interiore, insoddisfazione. Può essere una risposta, una strada che si decide di intraprendere che però esclude l'umiltà e di conseguenza l'affettività. 

La rabbia si autoalimenta, non è una soluzione ma una risposta emotiva ad una situazione che a volte non termina risolto il problema, sembra che sia sparita ma è latente in ricarica e poi esplode ciclicamente quando diventa il modo per affrontare le difficoltà. Anch'essa esclude umiltà e di conseguenza alla fine porta ad avere terra bruciata attorno.

Il coraggio non centra, subire attacchi ai sentimenti non rende coraggiosi, rende doloranti, paurosi, disillusi e per questo ancora più aggressivi, spesso con chi non centra alla fine. 

Vediamo uno, la seduzione ( cit. Prepos)

Il seduttore agisce sui sogni e non sui bisogni e cattura la vittima attraverso l’immagine della vittima che viene restituita dal rispecchiamento nel seduttore. La seduzione offre al soggetto qualcosa che non ha, o meglio fa apparire al sedotto di essere quello che non è e che sogna di essere. Il seduttore recita all’interno dei sogni della vittima, quegli stessi sogni che la vittima non ha mai ammesso a se stessa di avere. Il terreno su cui muove la seduzione è sempre irreale e le pressioni esercitate sull’anima la portano ovunque alla ricerca di un posto che non c’è. Il processo di estraniazione avviene mediante l’allontanamento dell’anima e la illusione che i suoi sogni possano essere reali e soddisfatti. Tali sogni sono però lontani dalla identità della persona, appartengono ad un mondo che la persona ha forse immaginato o ne ha un ricordo o ha costruito su questo le sue pretese di completezza. L’illusione ha come esito la disillusione, così come la seduzione ha come esito la delusione. Il processo più grave è quello dell’illusione/disillusione giacché la persona ha paura di farsi raggiungere dall’angoscia di separazione. Fino a che era sedotta entro la cornice dei suoi sogni poteva coltivare il desiderio di unità e di fusione gratificante e finalmente totalizzante, quando si disillude avverte di tradire i suoi sogni e teme di non poterli possedere più. Dunque scappa dall’angoscia e, animatamente agitata (isterica) cerca di raggiungere ciò che non esiste. 


L’antidoto ai sogni della seduzione è la terra: i piedi per terra e la coscienza delle cose di cui si ha davvero bisogno. Meglio ancora della terra l’immagine a cui rifarsi è quella del fango: spesso i sogni da cui attinge energia la seduzione sono quelli nascosti nella persona che non sono mai stati pienamente considerati, accettati pur nella loro impurità, compresi ed elaborati. In essi vi è il seme della futura delusione che rimanda esattamente quello che si è investito nel processo di acconsentimento alla seduzione.
  


Esempio:

Mario: Un giorno lascerò mia moglie per te e staremo assieme in quella casa che abbiamo visto, ti amo e non posso stare senza di te. Ci vediamo  questo week end?--> 
Poggia su un sogno da realizzare ma non vi sono riferimenti concreti, a parte la soddisfazione di un bisogno, utilitaristico, a breve termine

Maria: Ci vedremo il week end in cui lascerai tua moglie. -->
 Pone un riferimento concreto basandosi sulle parole dette dall’altro.

Se è un seduttore, rifugge in qualsiasi modo. Altrimenti, se è sincero, lo farà oppure esprimerà sinceramente i suoi problemi ma con una forma mentis aperta alle soluzioni





Tre e mezza e tutto va bene

E' uscita ma non so dove sia andata, mi sono svegliato adesso e sinceramente non ho la più pallida idea di come fare a riprendere sonno. Dovrei essere stanco morto, ieri ho fatto le 2 e mezza con Coguaro, Oca e Gatto..eppure a mezzogiorno eravamo a pranzo con Tomino e di conseguenza mi è preso un sonno micidiale verso le 14, alle 16-17 circa ero già in viaggio. Beh se guida la Faby si fa prima che con Coguaro, roba tipo Spezia-Genova 40 minuti X°°°D.

Sono a letto con sigaretta, coca cola zero e portatile che la ragazza ha pensato bene di elargirmi per momenti come questo: sono rilassato, e beh dopo le terme direte voi, si ma ho quella sorta di torpore sano che però non mi fa dormire oltre un tot, ergo impieghiamo il tempo su questo blog che uso di rado per parlare di cose che riguardano una giornata tranquilla, a volte preferisco ricordare e basta e la Faby mi chiede allora perchè io lo tenga. Lo tenevo perchè era un'idea nata con altra persona e poi ci ho perso interesse, però ha ragione la Faby a dire che essendo cosa mia può mutare così come io muto me stesso a seconda delle situazioni.

Siamo arrivati qui alle 17,30 circa e guardando sul sito mi venne un colpo perchè c'era scritto che era chiuso fino al 7 maggio, allora li chiamo che già li avevo sentiti e mi dicono *No no tranquilo, il sito non è aggiornato*, quando dopo scoprono che andiamo in un B&B non convenzionato, ma caldamente consigliato da Pavone ( e mi dispiace ma tra un inserviente e lei, ascolto lei), allora mi dice *nel sito c'è l'elenco dei B&B* cazzo, ma non mi hai detto 10 minuti fa che non è aggiornato? :-)

La polata nelle acque termali non ve la so nemmeno descrivere, pareva ci fossimo fumati ganja per il peso di un elefante ma senza effetti collaterali, una cosa così, più o meno come quando in Francia mi sparai formaggi con vin rosè (si scrive così?) assieme a Pavone, Volpe e la mia sorellina. Quando la Faby mi sveglia, toccandomi la nuca con le unghie (brivido, altro che Dario Argento) e mi dice che sono le otto meno dieci non ci volevo credere, due ore passate in un secondo. Ci torniamo, garantito.  

La cenetta è stata fantastica perchè lei era tranquillissima ed io ero ancora in botta, ci siamo presi anche una serata fresca da estate sul balcone abbracciati e coccolosi, poi dopo non vi posso raccontare ma vi assicuro che al di là della cosa in sè io sono stato veramente bene, non è che io mi senta al sicuro rispetto al futuro anche perchè non c'è una promessa od un legame saldo, tuttavia sono liberamente responsabile di lei, ecco questo è l'aggettivo giusto. Responsabilmente libero? Anche si, si può dire anche così ma la prima è più precisa.

Io sarei curioso di sapere dove cazzo è andata alle quattro del mattino, è matta come un cavallo eheheh.

Mi sta venendo sonno, sarà il tabacco o forse la luce forte del pc nel buio nero della notte.
Bon vado a nanna, saluti al mondo.

venerdì 2 maggio 2014

La principessa dorme...

Benchè in passato non mi sia mai lasciato trasportare troppo dalle passioni, stavolta me la sto gustando tutta la preparazione alla partenza. Ce ne andiamo, io e Fabiana, in un posto di tutto rispetto..tho vi lascio un assaggio:


Si ringrazia il Pavone per averci indirizzato a qualcosa di sbarluccicoso, si lo so che vuol dire scintillante ma la sensazione è proprio quella. Non mi agitavo così dalle gite alle medie, la consapevolezza mi permette di gustarmi tutto finchè c'è all'ennesima potenza. Fabiana sta dormendo, o fa finta, di là e non russa nonostante lei creda fermamente che sia così. Oggi la signorina fa il ponte, tsk tsk ( XD ), io vado a lavorare tra poco, ma almeno si riposa e poi quando si sveglia mi dirà se vuole venire a pranzo con me, Tomino e Coguaro o se ci vediamo direttamente domani per andare a fare la bella vita.

Tra lei ed il caffè sto dormendo zero e devo dire che ho perso anche svariati chili, scherzi a parte sto davvero bene. Fidanzati? naaaa. Amici? Ma per favore X°°°D , però è bello e non solo divertente od intrigante, sto proprio bene.