lunedì 7 ottobre 2013

Dipendente senza *assunzione*

Per introdurre il concetto di dipendenza senza sostanza c’è bisogno di evitare un elenco asettico e sostituirlo altresi con la risposta alla più che nota domanda: perchè arrivare alla dipendenza? Prendiamo in considerazione che una delle difficoltà che alcune persone incontrano nella vita, causa di disagi più o meno marcati, è definibile come l’incapacità di esplorare dentro sè stessi alcuni percorsi dell’essere umano.

Se una persona non riesce a trovare nel suo vissuto alcune di queste emozioni come possono essere la capacità di stupirsi, di voglia di ridere, il potersi incantare, il poter provare coraggio e la carica derivante da esso per potersi muovere in un certo modo, allora quella persona ricercherà cotali emozioni nella chimica. Ho usato la parola chimica e non sostanza chimica poichè le emozioni  altro non sono che reazioni chimiche, enzimi prodotti che stimola reazioni in altri organi, ecc.. 

In ambito psicobiologico, prendendo come esempio quanto elaborato da Cloninger, si distinguono tre tratti di base del temperamento : ricerca di novità, bisogno di ricompensa e paura della sofferenza e che ciascuno di essi causi l’attivazione di un determinato neurotrasmettitore ( dopamia, noradrenalina e serotonina).

Questo assunto è molto importante per poter capire quali neurotrasmettitori si attivino in risposta  a determinati controlli valutativi dello stimolo (CVS), che possono aiutare a restringere il campo sulla determinazione teorica di ciò che rende dipendente una persona a determinate situazioni mantenendo come riferimento l’emozione, o le emozioni, di base nel quale la persona è maggiormente catalizzato a causa del suo vissuto, tutto ciò chiaramente da un punto di vista chimico.

Come si arriva a poter definire la dipendenza in una visione omnicomprensiva a tutto tondo, per poterne poi intuirne e dedurne i rimedi, partendo dalla chimica del nostro organismo?

Prenderò in esame, in futuro, le sette tipologie di dipendenza senza sostanza maggiori e troverò all'interno delle stesse molti tipi dipendenti diversi l'uno dall'altro, alla base dell'emozione ricercata, ma simili per rapporto  dipendente.






domenica 6 ottobre 2013

Oggi mi sono imbattuto in questo articolo, la cui formula di scrittura è simile a molte recensioni informative (più o meno veritiere, la verità è un concetto che affronterò più avanti perchè molto complessa) votate a dare consigli partendo da una base di sfiducia, i quali (consigli) volgono a loro volta ad un atteggiamento di sfiducia tramite l'instillazione nelle persone della paura.

E' molto difficile trovare nei giornali o sulle prime pagine di internet notizie propositive volte a spronare una riflessione intelligente che possa portare un qualsiasi messaggio positivo.

Allora proviamo a cambiare i contenuti di ciò che viene propinato come "Paura di perdere/ Desiderio di avere" in uno slancio affettivo consapevole che fin troppe volte viene evitato.

Non contesto l'articolo in sè, alla fine fornisce informazioni utili, ma esse sono solo parole oppure si sta facendo qualcosa di concreto per fare in modo che questi alimenti spariscano e non vengano riformulati sotto altro nome? 

O meglio...c'è un elenco sterminato di alcuni brand commerciali da evitare (con tanto di marca!), e quelli da promuovere dove sono? 

Per esempio io lì conto 25 marchi definiti insalubri. 

E questi due scienziati, possibile non forniscano ai lettori anche un appiglio di speranza, su ciò che invece fa bene al 100% con tanto di marca annessa e della motivazione per cui i composti all'interno non diano problemi?  Io non credo, so chi sono queste due persone e non ho motivo di credere che si limitino ad una pubblicazione simile, credo che sia più una trovata da Facebook attribuibile a terzi.

Qual'è l'intento dell'articolo allora? Far venire un colpo a quello che, strabuzzando gli occhi dirà "Cazzo! Ho mangiato quella merda per 30 anni!! Sono fottuto"? Grandi, bel messaggio.

Tranquillo amico, anche se hai mangiato merda per 30 anni non hai mangiato SOLO merda, per cui togli quel piccolo prodotto. Non ho grandi consigli da dare però se giri su internet trovi un sacco di roba da mangiare che ti fa bene, la differenza con quella che ti nuoce è che la prima devi andarla a cercare, l'altra te la propinano in ogni dove.

Non sono questi articoli a risolverci i casini, anzi semmai li amplificano.

Lasciate perdere le marche, sapete già cosa mangiare, ma ciò che volevo sottolineare è il messaggio sottostante a questo articolo, quella frase che penetra attraverso le maglie della mente: vi do un elenco di verità assoluta, non faccio nulla affinchè questa verità venga consolidata però almeno vi spavento. Il fine? Non ha nessuna importanza al momento, non per Voi cari lettori.

Cosa chiederei io: gentilmente mi fornisce un elenco con almeno 50 prodotti, con la marca, che invece fanno bene e mi dice anche il perchè? Almeno bilanciamo lo sconforto del "Ho mangiato merda per 30 anni!!" con un "Oh, questo l'ho azzeccata !!" 

Greetings