martedì 26 febbraio 2013

Di donne, cavalier, pesci ed amori



C'era una volta un cavaliere coraggioso.
La sua armatura era luminosa e scintillante e lo scudo che portava, molto solido e radioso.
Cavalcava un unicorno alato ed insieme volavano alla luce del sole, sulla curva dell'arcobaleno.
Il cavaliere era lucente fuori e dentro di sè e conosceva bene il nome ed il significato di ogni colore del mondo.


Cavaliere Sara


C'era una volta un ragazzo di nome Federico che si stava recando dal dottore perchè da alcuni giorni aveva iniziato a sentire degli strani formicolii alle braccia. Era assolutamente determinato a farsi dare la giusta cura per non sentire più quel fastidioso disturbo. 
Il dottore lo visita, gli fa dire 33... e anche 34...e poi gli consigli di prendere una bella pastiglia rosa, al mattino, a stomaco pieno.
Così, il giorno dopo, fatta colazione, segue le indicazioni del suo medico ed esce di casa.
Sulla porta incrocia la sua antipatica dirimpettaia e appena sono vicini, le braccia di Federico si spalancano da sole, come le porte di un saloon, ed abbracciano l'incredula vicina di casa, che, avendo un pessimo carattere, borbotta insulti di ogni tipo e Federico è costretto ad uscire in fretta e furia dal portone, con il cuore in gola dalla sorpresa.
"Ma cosa è stato?" si chiede ... è anche un po' spaventato, non gli era mai capitato prima di allora ... durante il suo percorso sino al suo posto di lavoro, gli succede la stessa cosa con tutte le persone che incontra e la loro reazione è pressochè la stessa: c'è chi scappa, chi lo insulta, chi lo colpisce in testa con la borsetta, chi rimane impietrito ... ed il povero Federico riesce sempre meno a venire a capo della questione.
I giorni successivi si svolgono sempre nello stesso modo: si sveglia, mangia, assume la sua nuova pastiglia ed esce ad "abbracciare" sconosciuti!
E' però quasi del tutto convinto che sia iniziato senz'altro da quella pastiglia ...  eh si ... decisamente prima non si sarebbe mai comportato così ...  tant'è che è deciso: il giorno stesso, dopo il lavoro, sarebbe andato dal dottore per farsi levare quella medicina; così mentre cammina verso lo studio medico, incrocia una ragazza dallo sguardo terribilmente triste ... le sua braccia, come al solito, si spalancano e la abbracciano ... ma questa volta non viene scacciato ... la ragazza lo tiene stretto a sè e nell'orecchio, gli dice: "Grazie! Sei l'unico ad aver capito che ciò di cui avevo bisogno, adesso, era un abbraccio" ... poi lo salutò sorridendo.
Federico, per la prima volta, realizzò il potere di quel semplice gesto, l'effetto che ha fatto su quella ragazza e come abbia scaldato anche il suo cuore.
Decise allora di non passare dal dottore, ma di andare direttamente a casa ... l'indomani avrebbe continuato ad assumere la sua bella e strana pastiglia rosa, perchè aveva capito che quello che gli era capitato non era una sventura, ma un dono!

Cavaliere Ilaria



Un giorno, un pesce curioso, stufo di stare in acqua venne vicino alla riva e incontrò un bambino che giocava con la sabbia. Iniziarono a parlare, ed ogni giorno puntuali si ritrovavano sulla riva del mare a costruire dei bellissimi castelli di sabbia.
Così iniziò una meravigliosa amicizia, il bimbo che gli voleva tanto bene ogni giorno gli portava la sua merenda, ed il pesce era così felice che gli portava sempre qualcosa di nuovo : un pallone, un salvagente e altri giochi trovati in mare.
E mentre il tempo passava felicemente, il pesce si domandava quale segreto nascondesse quel bambino.
Fino a che un giorno incontrò i suoi occhi e capì che quello, era lo sguardo di un uomo impaurito.
Allora il pesce ritornò nel mare per chiedergli un grande favore : " Puoi regalarmi tutte le tue onde?"  ed il mare chiese al pesce "Perchè?", il pesce gli rispose "Le tue onde, che sono la tua essenza, quello che ti definisce, mi servono per aiutare il mio migliore amico". Così il mare, molto contento, gliele regalò. Il pesce, con gran fatica, nuotò velocemente per arrivare a riva ed il bimbo, appena lo vide, gli chiese come mai era stato via per così tanto tempo. Il pesce gli disse "Dovevo farti un regalo grandissimo, che desideravi da sempre".
Il bambino, incuriosito, gli disse " Dai dai, fammelo vedere" ed il pesce gli rispose "Basta che ti siedi sulla sabbia e aspetti..". Poco alla volta arrivarono le onde per cullarlo, per accarezzarlo, l'onda della felicità, l'onda della gioia e della serenità.
Il pesce vide improvvisamente la luce negli occhi del bimbo che rifletteva nella sabbia, l'ombra di un uomo. Il pesce lo abbracciò e ritornò nel mare, alla ricerca di nuovi segreti.

Cavaliere Marina   


martedì 19 febbraio 2013

Questionario

Definire con uno o più  aggettivi una donna che non vuole fare sesso:


  1. Frigida
  2. Apatica
  3. Fredda
  4. Depressa
  5. Disinteressata
  6. Impassibile
  7. Indifferente
  8. Insensibile


Definire con uno o più  aggettivi un uomo che non vuole fare sesso:

  1. Morto

mercoledì 13 febbraio 2013

Viaggiate su un vagone di macabra finzione...

Dire che mi avete stufato è essere cordiali, anzi direi extra garbati, visti i vostri precedenti.
Faccio fatica a parlare senza condannarvi, giacchè le vostre azioni hanno parlato chiaro finanche per le vostre intenzioni ed i vostri modi di agire e pensare, nemmeno foste divenuti come quei "padroni" che tanto vi fanno piegare le labbra in disgusto quando ne pronunciate i nomi. Allora perchè siete sempre così pedanti? Perchè questo tono di comando nella voce e nelle gesta?

Perchè come dice il titolo, viaggiate su un vagone di macabra finzione.

Vabbè eh, a ognuno il suo, cari HIS 4 COP (vi chiamo così, chi ha orecchie intenda) vi siete abituati a lavorare facile, a guadagnare producendo nulla più che aria e promesse e siete diventati, alla fine, come coloro che vi prefiggevate di combattere.

Non so nemmeno se è il caso di dirvi qualcosa, finora non l'ho fatto perchè mi apparite grottescamente buffi quando lavorate con me, par quasi che siate stati vomitati da un mondo così surreale da non poter essere che il frutto della mia immaginazione.

Povero il figlio che porti in grembo, Eva.

Noi non deporremo le armi per asservirci al giogo che voi avete adottato come male minore e tuttavia non attaccheremo per primi poichè non amiamo infierire sulla gente ignorante.

Poveri i figli che aspettano giustizia da te, Ponzio Pilato.

Spero solo di poter dire la mia quando le fiamme dell'inferno vi inghiottiranno, fino ad allora mi farò due risate nell'ombra poichè voi siete impossibili da contenere.

Quanti psicologi ci vogliono per cambiare una lampadina?
Uno, ma la lampadina deve voler cambiare.

Voi nemmeno l'autocoscienza per capirlo avete.

Auguri

martedì 12 febbraio 2013

Uther, ma che cazzo infilzi i sassi?

1. Penso ad un progetto e ne stabilisco le linee primarie;

2. Avverto i partner ed insieme ne stiliamo un piano concreto;

3. Dopo aver valutato il budget ed averlo fissato a grandi linee, inizio a reclutare personale per attuarlo;

4. Suddivido i compiti tra i miei uomini e quelli dei miei partner, chiedendo loro un certo ritmo ed una certa performance;

5. Mi accorgo che non ci riesco, così chiamo  altri uomini che avevo lasciato fuori in principio, arrangiando una motivazione che verge più sulla bandiera che non sullo stipendio;

6. Le cose funzionano a spizzico perchè seppur io abbia, ormai, un esercito in campo pecco di generali per guidarli e, spesso, mi ritrovo con problematiche collaterali;

7. Riesco a finire il progetto, non si sa bene come, avendo speso X ore per farlo e X^2 ore per rimetterlo a posto;

8. Attendo sei mesi, poi carico di buoni propositi e con la giusta esperienza riparto dal punto 1;

9. Non si sa bene perchè, tutti i punti si ripetono.

Io sono uno dei "soldati" non l'organizzatore, e come gli altri sto ben calmo all'accadere di queste cose, quasi rassegnato ma in realtà è un torpore indotto. Mio Re...d'accordo che una pietra non cava sangue, ma mica è certo che infilzarla, siccome sta zitta, significa che non le fa male eh.



venerdì 1 febbraio 2013

Non avevate detto che...?

Tamponare una persona in autostrada e poi battersela alla chetichella per 15 Km circa, prima di farsi venire un ripensamento e fermarsi....non è reato a meno che il tamponato non si sia ferito. Non importa molto che, non potendo conoscere le condizioni fisiche del tamponato, si rischi l'omissione teorica...se quello è illeso, l'omissione non esiste perchè non vi è, di fatto, alcun soccorso da apportare.

Gli avvocati si affannano a dire che "è strano come comportamento, se si ha ragione, fuggire" ma in realtà dipende da persona a persona, vediamo qualche motivazione (giusto per avere mente elastica):

1. Ragione o meno, la paura mi ha colto e mi sono fermato solo quando sono riuscito a placare l'ansia;

2. Ero arrabbiato per essere stato speronato dall'auto innanzi a me, per cui ho perso il controllo ed ho accellerato;

3. Non mi sono nemmeno accorto, lì per lì, di averlo toccato in modo così pesante. Quando me ne sono avveduto, non vedendolo sopraggiungere, mi sono fermato;

4. Le emozioni, in quel momento, erano così intense che non saprei descriverle, ho realizzato solo dopo pochi minuti ciò che e dovevo fare , e mi sono fermato, emergendo dall' "imbambolo" temporaneo;

5. Non credevo che fosse una cosa grave, non ho valutato bene la cosa ma d'altra parte non ne ho i mezzi. Non ho visto la macchina rompersi e mi sono accorto della mia solo quando si è fermata. Allora ho collegato e sono rimasto sul posto ad aspettare i soccorsi;

6. Avevo para di aver commesso un errore grave, non sapevo cosa fare nè a chi dirlo, mi sembrava che la tesa mi esplodesse. Non ricordo molto di quei momenti;

7. Credevo di aver causato l'irreparabile, che chiunque avesse a che fare con me, da allora e per quel motivo mi avrebbe sempre considerato un impiastro. Per me è dolorosissimo, non avere il riconoscimento da terzi.


Tutte queste motivazioni sono validissime per la persona, e l'emozione è come il mal di testa, non si può diagnosticare nè confutare..di conseguenza, maggiore è il reato contestato, maggiori sono i diritti che lo Stato deve necessariamente garantire all'imputato, per cui mi trovo, alla fine, d'accordo con la sentenza.

Il tamponato si è comportato onestamente, non avendo ferite nè malesseri non li ha denunciati (avrebbe potuto, con pieno successo) per cui non è scattato il provvedimento per omissione di soccorso. Ha dichiarato di non poter dire con assoluta certezza se il tamponamento sia avvenuto per colpa sua (uscita laterale) o del tamponatore (manovra di sorpasso tardiva) in quanto non poteva vedere dietro.

Chi ha tamponato ha detto, con sicurezza assoluta, di non aver commesso errori, e la cosa fa ridere perchè subito dopo l'incidente, quando i due si incontrarono a 15 km dal luogo del colpo, questo disse al tamponato "Ma che cosa è successo?".

Il perito ha dato ragione al tamponato ma essendo l'assicurazione la stessa per ambedue, ha preferito ritardare e contestare il pagamento.

Che dire...questa legge e questi modi di fare sembra che spingano a commettere reati di falsa testimonianza, perchè altrimenti è facile restare vittime in senso ampio, di un sistema e di altri furbetti. In realtà dico SEMBRA perchè non è così...niente processi alle intenzioni, ci si basa sui fatti avvenuti non su quelli ipotetici..e questa è una garanzia. Se il tamponatore deve arrivare a certi giochetti...ha tutta la mia compassione e pietà; io sono a posto così.