venerdì 1 agosto 2014

Ultimo saluto a Sonia

Guardarono tutti la galea che si allontanava nelle acque chete del Magra, sospinta da un venticello appena percepibile. La grande vela rossa si gonfiava e prendeva forme strane sotto la spinta naturale che portava la galea  ad allontanarsi sempre di più dalla riva.
Quokka si spostò di due passi sulla sinistra di un piccolo, ma lungo, rivolo di pece nera che correva sull'erba in linea con gli stivali di dodici arcieri.
Erano tutti lì, nel fresco tramonto serale di una qualunque giornata d'estate; ma non era un giorno come gli altri, si trattava dell'addio ultimo al Cavaliere Sonia il cui vero nome era Vanda ma che, come per ogni Cavaliere, aveva una valenza identificativa tra gli uomini poichè il nome che ognuno possiede e fa suo rende giustizia a ciò che veramente è piuttosto che a ciò che rappresenta.
Quokka osservò quella nave con le lacrime agli occhi, il suo viso era così rosso da far sembrare pallido il crepuscolo di quella palla infuocata  alla quale il  pianeta orbitava attorno, alzò quindi la mano destra al cielo e tutti gli arcieri incoccarono una freccia, la cui punta era già intrisa di pece, tenendo per adesso l'arco a riposo. Il Cavaliere Quokka alzò la torcia con la mano sinistra ed accese la sottile linea di pece in cui tutti gli arcieri accesero la propria freccia, quindi tesero gli archi. Le punte delle frecce erano rivolte ad un cielo rosso, come rossa era stata l'armatura di Sonia,  e quando Quokka abbassò la mano, vennero scagliate verso la nave all'unisono.

La Galea prese fuoco in un attimo, restituendo le spoglie mortali di un Cavaliere al tutto: le carni sacre non conosceranno la marcescenza, le ossa non diverranno polvere nei secoli dei secoli, questo è l'ultimo saluto dei Cavalieri ad una consorella speciale. Se quel gesto avesse potuto lenire il dolore di Quokka sarebbe stato meglio, forse lei lo pensò, tuttavia quel gesto così semplice le aveva dato modo di salutarla come lei avrebbe voluto. Con un senso, con il fuoco che era così ardentemente divampato nel cuore di Sonia in vita,. adesso la portava con sè in un'altro posto, avvolgendola.



Intonarono un canto, tutti, seguendo le tremanti parole di Quokka di modo da rafforzarle e renderle udibili da quel cielo terso che li sovrastava, sebbene le lacrime fossero un avere di dominio pubblico, presto vennero sostituite dal fiato dei flauti e dalle corde delle chitarre che ognuno possedeva, usate nei momenti di festa od anche di estremo saluto. Le due cose non sono poi così dissimili per i Cavalieri, alla fine non si compiange in un loculo nero e claustrofobico, non si da alla Morte un aspetto oppressivo, bensì si ricorre alle fiamme che ardono verso il cielo portando calore, speranza, ricordo ed anche un barlume di vita in tutto ciò che , per sua natura stessa, verge verso il rispettoso silenzio della morte. 


C'era una grande guerriera con lo sguardo sereno
Che giocava con te, combatteva senza armi
Era senza cavallo, ma è lo stesso per te!

Ora è partita, ma ritornerà, tornerà quando tu chiamerai!
Ora è partita, ma se lo vorrai, tornerà quando sogni da te!

Era forte, era grande, ma non era cattiva
Lei correva con te, chi è cattivo e ha paura
Di chi è troppo forte e paura non ha!

Sonia è partita a combattere chi vuole un mondo dove il gioco non c'è!
Sonia è partita, ma ritornerà, tornerà quando tu chiamerai!

L'orco la fece prigioniera e una porta per scappare lei non la trovò
E allora divenne un uccello
E attraverso le sbarre nel cielo volò!

Sonia è partita, ma ritornerà, tornerà quando tu chiamerai!
Sonia è partita, ma se lo vorrai, tornerà quando sogni da te!



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