martedì 10 giugno 2014

Comunicazione Educativa - Il rimprovero

IL RIMPROVERO

A che cosa serve?

Modifica un atteggiamento negativo attraverso l'assorbimento profondo dei contenuti del rimprovero stesso o, più raramente, blocca un atteggiamento negativo poco prima che esso si compia.

Come si esegue?

La parte non verbale si concretizza in una postura rigida caratterizzata dall'essere fermi sia internamente che esternamente, il tono della voce deve essere greve e vibrante senza però alcuna carica o tensione interna.Deve seguire un silenzio lapidario per fare in modo che il contenuto venga assorbito in profondità.

Come si sviluppa, cosa non si deve fare e perchè?

Si deve sapere bene cosa si vuole rimproverare, il messaggio altresì deve essere chiaro, breve, saggio e preciso nell'andare a trattare fatti concreti. Dopo aver espresso il rimprovero a parole, si deve decidere di restare fermi con sè stessi e reggere l'onda di ritorno gestendo i propri dubbi interni a tal fine.

  • Non si deve consolare il rimproverato altrimenti lo si fa sentire ancora più in colpa; 
  • Non ci si deve dilungare in una predica altrimenti perde efficacia; 
  • Non si devono fare ricatti affettivi "Se non fai così la mamma non ti vuole più bene", squalifica l'intero rapporto interpersonale e crea incertezza;
  • Non si deve cercare il consenso nel rimproverato per ciò che abbiamo appena detto, altrimenti mostriamo le debolezze dei nostri contenuti;
Fermo restando che poco dopo il rimprovero possiamo prenderci una pausa con noi stessi, da soli, e lasciarci andare. Un rimprovero al giorno non di più e prima di poter rimproverare bisogna aver insegnato al rimproverato sia la regola sia il valore cui è venuto meno, per il quale lo stiamo redarguendo.

Con quali tipologie di bambini è efficace il rimprovero?

  1. Un bambino volubile (SB) il cui comportamento suggerisce il passare da un'emozione all'altra senza apparente logica nè coerenza, alla continua ricerca di situazioni che non lo soddisfano comunque e che spesso pare non avere freni inibitori nel non discernere gli atteggiamenti che può tenere nella sua sfera affettiva intima ed in quella sociale con estranei. Il rimprovero, con questo tipo di bambino, deve essere proposto in toni molto duri e seguiti da un silenzio pesante, deve prendere atto che l'ambiente attorno a sè è concreto e che risponde a regole che lui non può infrangere. Soltanto allora si distaccherà dalle sue emozioni e sarà costretto a riflettere sulle conseguenze di un suo comportamento.
  2. Un bambino demotivato (AP) che sembra non avere alcun interesse nè per il mondo che lo circonda nè per sè stesso. Bisogna spingere il bambino alla vergogna di sè per gli effetti della sua"non-azione", perchè il conflitto interno potrebbe spingerlo ad agire.  In questo caso bisogna fare attenzione a non infierire troppo su di lui e quindi è bene usare un soggetto terzo, rispetto al rimproverante, per la formulazione del rimprovero. "Devi rispettare gli appuntamenti del dentista, non ti vergogni per cosa potrebbe pensare di te?". Questa frase va detta in un momento in cui il bambino non possa svicolare, bisogna mostrare indignazione attiva non manipolabile e tenere verso di lui un atteggiamento di osservazione e silenzio anche per un lungo periodo, in attesa di risposta.
Per tutti gli altri bambini che regole valgono?

  • Un bambino introverso, sensibile e tendente alla vergogna (IN) non sopporterebbe un rimprovero "standard" poichè lo vivrebbe, data la scarsa stima di sè, come ulteriore ferita inflittagli da una persona cui vuole bene e questo lo spingerebbe a chiudersi maggiormente nell'auto commiserazione. Per questo tipo di bambino il rimprovero deve assumere una tonalità di voce più pacata ed il messaggio verbale deve volgere all'analisi dei fatti, mettendo in discussione l'azione compiuta e non lui come persona

  • Un bambino permaloso (DE), con una vita mentale attiva ed anche piuttosto orgoglioso vivrebbe, a sua volta, il rimprovero come ulteriore squalifica ai suoi blocchi, alla sua difficoltà  di farsi capire dagli altri, che lo porta ad aumentare il suo senso di solitudine. In questo caso è necessario che al rimprovero segua sempre la possibilità di un atto riparatorio, così da fargli mettere i piedi per terra, ad esempio "Hai fatto tardi, ci hai fatto fare tardi...e quindi ora prepari tu la tavola per cena!".



  • Per i bambini particolarmente reattivi, invece, si deve adottare un'altro tipo di strategia perchè altrimenti possiamo ottenere effetti contrari a quelli aspettati: atteggiamento polemico (RM), richieste di perdono infinite (AD), rafforzarsi degli atteggiamenti di chiusura (AV) e comunque sempre dannosi! Per costoro bisogna accompagnare al messaggio di rimprovero anche uno di insegnamento con un tono vocale che sia chiaro, analitico e soprattutto pacifico. " Non lamentarti di aver lasciato a casa i giocattoli, pensa che ci sono molti bambini che giocattoli non ne hanno mai avuti".
Il rimprovero non è una comunicazione che possa essere attuata alla leggera, bisogna sempre sapere cosa si vuole rimproverare, bisogna capire che tipo di comunicazione fare ed in quali modalità, e soprattutto bisogna resistere all'impulso genitoriale di cedere alle richieste di "pace" dei figli rimproverati, o bambini comunque se si è educatori.
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Ok, tutta questa pappardella di roba la devo esporre stasera, come relatore, ad un corso per genitori ed educatori.

Wow XD

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