martedì 3 giugno 2014

Indietro - Prima tappa

Ho mosso il mio primo passo.

Quando si torna indietro spesso capita che si perda il contatto con la realtà per almeno un paio d'ore in modo eclatante, poi restano piccoli segnali che vanno e vengono dalla propria mente per un periodo di tempo limitato.

Da qualche parte, in un tempo passato, ebbi occasione di vedere tutta una serie di film nei quali il personaggio principale sfidava le leggi del tempo e della fisica in qualche modo, poi durante la proiezione egli (od ella..od essi) si stupiva del fatto che il tempo e la fisica non obbedissero più alla loro linearità. Mi trovavo a deridere tale comportamento, soprattutto perchè il personaggio ( o lei, o loro) era cosciente del motivo per cui non lo fossero.

Ora, trovandomi nella medesima situazione, mi accorgo di come non basti la consapevolezza per colmare tutta quelle serie di vuoti e di domande che inevitabilmente collimano nella mia mente: ho davvero fatto il passo? Ciò che vedo è esattamente ciò che è o ciò che sembra, almeno? Sono domande plausibili, poichè almeno per un paio d'ore non mi ero affatto convinto di esserci riuscito.

Ciò che ho visto reiterate volte mi ha poi confermato la riuscita del mio passo per cui quella meraviglia, mista ad incredulità, è passata in secondo piano sebbene io ancora mi blocchi per strada nel notare certi particolari che mi circondano, certe frasi od anche lo stesso colore del cielo, decisamente meno grigio di quello cui ogni mattina volgevo lo sguardo. A casa mia, è così che chiamerò d'ora in avanti il posto da cui vengo.

Passata la sorpresa iniziale, e devo dire che non mi dispiace non sembrare un pazzo che si aggira per le strade con gli occhi sgranati e la bocca dischiusa dalla quale non esce alcuna parola, la lucidità è tornata preponderante in me: so cosa devo fare, so esattamente dove si trova lei ed è lì che mi sto dirigendo.

Una volta trovata Istrice non eviterò che le strappino gli aculei, se lo facessi andrei ad evitare un trauma ma non potrei sapere che cosa aprirei in un futuro che diverrebbe incerto. Sostituirmi a lei non è la risposta, la sarebbe per me, per la mia vita futura, ma non servirebbe a nulla per Istrice salvo il rimandare l'evento, magari in un modo più doloroso e devastante.  No. Io sono qui per fare ben altro, per arginare il trauma ed usarlo come trampolino al fine di migliorare la consapevolezza di Istrice, l'esperienza deve esserci, è inevitabile poichè altrimenti non accadrebbe,  quindi accadrà comunque se io glielo evitassi intervenendo direttamente; aspetterò il momento buono, con calma e pazienza.



Eccola: incantevole anche nella sua forma decisamente più giovane rispetto a quella che conobbi a Casa Mia, ed è vero che è magra come mi raccontava ma l'eccesso di cui parlava mi sfugge, non mi sembra così magra da essere oggetto di meraviglia e stupore. La è, stupefacente e meravigliosa, ma non per questi motivi. La è per me, ai miei occhi. Mi trovo a sorridere per provare l'istinto di sorridere ma ancora aspetto, mi siedo qui su un muretto a secco ed aspetto che il Branco (chiamerò così la cerchia malsana che la circonda) inizi la sua disgraziata cantata.



Avanzo di tre passi nel momento in cui la circondano, a maglie larghe, e senza toccarla in alcun modo danno voce ai loro messaggi vessatori: non colgo le parole, non posso sentirli in questo tempo, in realtà percepisco le emozioni di ognuno di loro in modo nitido ed inizio ad elaborare la realtà nella mia mente, una cascata di dati freddi ed incolori che invadono la mia mente con una precisione assoluta, un puzzle di incastri drammaticamente perfetti:

  • Intenzionalità nel mettere in atto comportamenti aggressivi per ledere ad Istrice
  • Persistenza questi comportamenti non stanno accadendo per la prima volta
  • Asimmetria del Potere che si fonda sul disequilibrio e la disuguaglianza tra Branco ed Istrice
  • Tipologia con cui si manifesta, verbale in questo caso ed in gruppo con modalità di tipo psicologico ed indiretto quali l'esclusione e la diffamazione
  •   Trascinatori e Branco uno o due "comandano", gli altri agiscono da rinforzo (oppressore, intimidatore, squalificante, seduttore, demotivante, istigatore, manipolatore) . Mi occuperò di tutti loro, approfonditamente, in un secondo tempo. Questo dipende da Istrice: potrei metterli tutti in riga in un attimo, ma come vi dicevo non sta a me agire in questo modo. Ci vuole più tempo.
Ancora non mi muovo, sento che paradossalmente il bisogno di riconoscimento della leadership in un gruppo di pari ( o pseudo tali) è più forte nei trascinatori che non nel Branco di rafforzo, e tuttavia poi mi arriva in pieno petto ciò che sente Istrice. Lei ancora non mi vede, nessuno di loro può poichè non sono a Casa Mia ed ancora non ho deciso di muovere un'altro passo: Istrice mi rimanda l'immagine (che elaboro nel mio cervello, istantaneamente, traducendolo dalle sue sensazioni più profonde) una persona fortemente introversa, sensibile, con un fisico particolarmente asciutto che la rende particolarmente vulnerabile,  impressionabile e fragile e che è incapace di ribellarsi accettando la prepotenza altrui verso di sé come un male inevitabile e, forse (sento chiaramente dentro di me questo dubbio, che in lei è debolissimo e forse nemmeno razionale), meritato in ragione della sua "condizione di inferiorità". Condizione che determina in lei mancanza di accettazione di  sé, se non addirittura odio per se stessa (No, non mi sembra così tanto ma no posso rischiare di scartare la possibilità).


Tentenno mentre lascio che la mia mente tragga da sè le sue conclusioni, le quali mi fanno male:
L’esito della relazione Branco- Istrice è una complicità latente di collusione simbiotica in cui il Branco divora l'Istrice, la quale si disprezza perché incapace di ribellarsi e più si disprezza più sente di meritare quanto il Branco le fa subire. Il Branco percepisce questa condizione psicologica di Istrice e sente su di sé il peso della “violenza della vittima” ovvero del senso di colpa che Istrice disloca su di lui. Proprio perché non vuol sentire il senso di colpa rinforza il dialogo interno disprezzante verso l'Istrice che merita di essere trattata in quel modo.

Muovo un passo. 

Mi vedono.

Salve, ragazzi.

Mi rivolgo così a loro, il tono è fermo ma privo di energia. Mi aspetto una risposta provocatoria che cerchi di volgere la mia tolleranza ad un  atteggiamento punitivo od aggressivo, così da rafforzare la sete di "giustizia e rivincita" del Branco. Ed eccola che arriva, sotto forma di spiegazione futile senza alcuna logica. Parlo lentamente, forzando le pause nella mia voce e mantenendo un mare calmo dentro di me. Mi affianco ad Istrice, dietro di lei senza coprirla con la mia figura nè farle da spalla, mi limito a sostenerla tacitamente.

Non proprio tacitamente, le sussurro una cosa che solo lei può sentire: Non parlare in prima persona, non dire mai "Io", non dare loro modo di squalificare la tua dignità ancora di più. Non indietreggiare se avanzano, spostati di lato e resta ad una distanza sicura. Trasforma le loro prese in giro, in domande aperte.


Mi trovo ad osservarla, colgo gli occhi ed il sorriso che a Casa Mia spesso ho guardato con meraviglia, non brilla quel dente però è ugualmente acceso da un raggio di sole che le batte sul viso. Non muovo un muscolo di me mentre Istrice chiede ad uno dei capi del Branco se la trova troppo magra, ma troppo rispetto a quale parametro. La ignorano e volgono la loro attenzione su di me; colgo una flebile forma di sorriso sul volto della piccola Istrice, hanno abbozzato alla domanda diretta ed, in questo caso, lei ha acquisito un piccolo vantaggio. Ci sarà da lavorare con lei, con cura e delicatezza ma non ora, ora sono chiamato a rispondere alla carica aggressiva dei miei interlocutori.

E' un ragazzo creativo, intuitivo, con una buona dimestichezza rispetto ai propri processi cognitivi ed infatti attua processi squalificanti anche nei miei confronti; dentro di me non si muove nulla, mi limito ad accogliere ciò che arriva ed analizzarlo. Pochi secondi, non occorre una scienza infusa per rispondere alle parole, mi adopero per fare ben altro: da una parte sono in costante ascolto attivo di ciò che si muove dentro Istrice, dall'altra parte cerco di arrivare a fondo con chi mi sta parlando. Non odo le sue parole come normalmente le percepivo a Casa Mia, credo di averlo già detto, tuttavia sono in grado di tradurre le sue emozioni in un qualche tipo di flusso simile ad un discorso.

Sono tentato di reindirizzare i miei elaborati mnemonici ad Istrice, ma così facendo mi sostituirei a lei vanificando completamente il sostegno fino ad ora attuato e non l'aiuterei in alcun modo, viceversa non ho alcuna intenzione di fronteggiare il Branco, tuttavia apro la bocca e do voce ai mie pensieri.

Tu mi sembri un ragazzo molto intelligente, hai notato come l'altro che si è fatto avanti con te sia più teso sulle spalle e come la sua voce tenda maggiormente al timbro squillante? Or bene, ragazzi, ho un compito per voi...

Vedo il dubbio sui loro volti, non mi serve attingere alla mia consapevolezza per capire cosa si, e mi, stanno chiedendo.

A suo tempo, ragazzi. Tu che sei rimasto indietro di pochi passi, vieni avanti. Ti nomino tutor del gruppo: il tuo compito sarà quello di guidarli e condurli in ciò che presto vi dirò, molto meglio che una sospensione non è vero? 

Sorrido, volutamente ambiguo. Sono giovani, non sanno chi sono ma in base alla loro esperienza intuiscono che potrei anche avere un peso determinante nella loro vita, attuale, in qualche modo. Istrice è curiosa, le sorrido. Mi avvicino al ragazzo intuitivo, lo prendo da parte.

Indubbiamente lui è un buon capo, ha la forza e le spalle abbastanza larghe per il compito che dovrà svolgere ma..io e te sappiamo bene che sperpera spesso il fiume di energia in mille rivoli, toccherà alla tua intelligenza intuitiva sostenerlo e guidarlo. Tu puoi farcela, lui guiderà e tu lo orienterai, senza di te potrà solo cadere prima o poi e lo sai bene.

Lo lascio andare, mi rivolgo all'altro ed ancora il mio tono è pacato.

Ho una sfida per te e sono sicuro che riuscirai a vincerla: prendi il Tuo Branco e muovilo ad un fine che non ti farà sentire costantemente un bastardo. Oh non parlare ora e ascolta: io lo so che ci sono momenti che non confessi, e so che in quei momenti tu sei molto turbato per ciò che fai..è uno dei motivi per cui poi lo rifai, per non sentirlo. Ma non se ne va mai vero? 

Non sto domandando, sto affermando e non con le parole ma con un'azione diretta al suo centro, che solo lui può capire bene. Gli altri sentono qualcosa simile a ciò che segue:

Siete un bel gruppo, ognuno di voi ha una sua funzione e la state sfruttando al 10%. Ci sono altri Branchi in questo posto che vi accomuna. Teneteli a bada, è molto più difficile stare dall'altra parte della barricata, perchè difendere e proseguire giustizia equivale anche ad estirpare le serpi che si annidano tra di voi, quelli che spingono all'azione ma non si sporcano le mani. Quelli per cui pagate voi che agite. Per ora non agitarti, Toro, per ora limitati a guidarli, ci rivedremo presto per definire ruoli e competenze...e lui, il Falco, ti aiuterà ad orientare bene la direzione verso la quale dirigere la carica. Sarete il Branco che farà la differenza. Il Branco non Un Branco.  

Gli riconosco un ruolo, ad entrambi, lo stesso che cercavano con le loro azione palesate pochi minuti prima in un clima ben diverso. Non faccio nulla di che, semplicemente oriento dall'altra parte le loro persone che restano tali e quali a prima per ciò che resta.

Non hanno scampo.

Osservo gli altri, non sorrido più ma non modifico nemmeno postura , rilassata, tono e timbro della voce. Mi affianco ad Istrice ed annuisco senza dire nulla, non subito. Quando parlo ancora lei si sposta, loro la lasciano passare e me con lei.

Torneremo ad indicare a ciascuno di voi la vostra vera forza, non lo farò io, lo farà Lei...se lo riterrà opportuno.

Ora ho bisogno di tempo e calma, devo parlarle a lungo e cercare di fare ciò per cui sono giunto fin qui. Non credo di poter tornare a Casa Mia ma ora non ha importanza, ora ho solo voglia di aiutarla come posso e, magari, ricevere aiuto da lei.

La strada è ancora lunga, per oggi è andata bene.

 Muoviamo altri passi.





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