domenica 13 luglio 2014

Campo Marzio





Camaleonte cadde a terra, sospinto in avanti da una forza sconosciuta che lo aveva colto alle spalle. Il contatto con la terra fangosa fu doloroso, quel giorno non indossava il suo elmo e quindi batté il viso contro il suolo, affondò a causa del peso della sua corazza che seppur non fosse quella pesante da parata, lo costrinse comunque ad una sorta di stasi forzata a terra, invischiato ed incapace di capire il come vi fosse finito. La schiena era sprovvista del rinforzo a piastre dorsali, per il semplice fatto che non era in battaglia, bensì nel Campo Marzio dell'ordine, durante un allenamento. Il dardo che si impiantò nella sua carne, superando le maglie della cotta leggera che indossava,  lo fece in profondità e soprattutto in modo inaspettato. Quando si alzò vide una spaventata Iniziata, il suo viso gli era familiare ed ancor più il suo stemma che rappresentava un tenero e fedele cane, simbolo di un animo predisposto a tenere cura dell'altro. Adesiva.                                  - Camaleonte...chiedo scusa- esordì lei con un tono a metà tra il preoccupato ed il dispiaciuto, la balestra tenuta ancora in mano con la staffa che, adagiata nel fango  vi affondava lentamente - Quando hai chiesto se fossi brava con la balestra non ho detto di no, in realtà la mia specialità è la rete... non volevo deludere e così ho fatto un danno, capita spesso...mi è partito il colpo e non so nemmeno come sia successo...non volevo ferirti -

Camaleonte si avvicinò a lei con passo lento e malfermo, appoggiando la mano destra su quella di lei medesima e tremante, non sorrise affatto e tuttavia parlò con tono cheto e pacato, con lunghe pause nell'esprimersi : -Nessuno pretende eccellenza ad ogni costo, da te,  le cose a volte vanno bene ed altre meno, questo non è determinante. Quando imbracci la balestra usa sempre due mani, ricordati che è un'arma da tiro e che il suo quadrello non necessita di compiere una parabola nel cielo per acquistare forza a differenza dell'arco. Appoggia l'archetto a terra, infila il piede dominante nella staffa per mantenerla ferma..poi afferra la corda in budello con ambedue le mani e tirala con forza fino ad incastrarla dietro il noce. A quel punto solleva l'arma, appoggia il quadrello nella scanalatura e prendi la mira..meglio in ginocchio, meglio nel fango che ti ricordi dove sei: nel concreto.  Prendi la mira con cura, soppesa il vento e lo spostamento del bersaglio, sol quando sei sicura scocca..e scocca una volta sola. -

La ragazza Adesiva con lo stendardo del Cane annuì e tuttavia non riuscì a non guardare la ferita sanguinante del Cavaliere,mosse un passo verso destra ma venne trattenuta dalla di lui mano, ancora ferma su quella di lei. - Evita di usare la balestra quando piove, l'acqua riduce drasticamente la forza che il budello sviluppa. In ogni caso evita di inserire il quadrello prima di aver adocchiato il bersaglio, evita di sfiorare la manetta di scocco prima di esserti assicurata che la traiettoria non sia occupata da un Cavaliere amico...quanto a me.. - inspirò aria dal naso ed afferrò la freccia impiantata nella sua schiena, la tirò con forza verso il basso e la spezzò in due, una parte rimase dentro di lui - Così non oscillerà ad ogni mio passo, eviterò di allargare la ferita. Un cerusico mi rimetterà in sesto, ma la cicatrice resterà. Vedo che il sangue e le ferite ti bloccano e questo non può accadere, ragazza adesiva, per cui ti darò una rete metallica affilata, intrisa in potente sonnifero; quando sarai sul campo, avvolgi il bersaglio nella tua rete..una piccola escoriazione farà si che si addormenti, così che senza ucciderlo potrai liberare la rete ed aiutare i tuoi compagni. Se hai paura di fallire e non ti va di dirlo, allora dì ad alta voce che vorresti dire una cosa ma temi di farlo, chi di noi si dimostrerà di indole disponibile, farà un passo avanti per ascoltarti- 

La ragazza deglutì nell'ascoltare quelle parole e mentre il sangue scendeva a rivoli dalla di lui cotta, tirò su aria dal naso e deglutendo ancora si trovò a parlare con parole ricoperte dell'aria respirata, avvolgente - Spero di poter combattere anche nella tua armata, non voglio perderti di vista per questo incidente-

Camaleonte fece due passi indietro, lasciò così anche il contatto fisico e si erse in tutta la sua stazza, decisamente diversa da quella della donna. La guardò abbassando il mento e sgranando gli occhi per qualche secondo, poi reclinò il capo sulla sinistra ed alzò gli occhi al cielo guardando da quella solita parte: - Per adesso non sarà possibile, accetto le tue scuse ma il tempo che intercorre tra la ferita ed il suo completo risanamento è caratterizzato da un certo tipo di sofferenza. Fino a che questa sarà presente non voglio vederne il suo fautore, anche involontario, nè per infierire sul suo senso di colpa quando mi vedrà zoppicare e gridare di dolore, nè per infierire su di me. Per me è giunto il tempo di chiudermi nel nosocomio dei Cavalieri. Non c'è colpa in ciò che è successo, c'è coincidenza...e la coincidenza non ha alcun padrone-

Mosse due passi ancora e si fermò, dando a lei le spalle - Non è la prima volta che vengo colpito in questo modo; vedi : ogni volta che offro il fianco agli amici e vengo ferito, anche per errore no fa differenza, succede che la volta successiva che mi trovassi a dover fare la stessa cosa...sono spinto a pensarci o addirittura a non farla. Continuo solo perchè, magari, un giorno il mio fianco esposto servirà ad un altra persona o per difendermi di sua iniziativa o per aprirsi a me...a creare un contatto. Ma potrebbe anche venire un giorno nel quale, a forza di prendere colpi, io smetta definitivamente di esporre il fianco. In quel caso diverrò simile ad una macchina: qualcosa di più di un semplice soldato ma anche qualcosa di meno di un uomo. Potrà accadere per lo stesso motivo per cui tu pensi che sarà difficile: sono un essere umano sotto questa corazza, come te. E come puoi vedere, questa corazza non è invulnerabile - 

Non ne fece parola con molti, però alcuni provarono a consolarlo in svariati modi: quello che funzionò meno consistette nell'attaccare lei, anzi chi lo fece ricevette qualche colpo di scudo secco in viso che lo intontì;  pare che Camaleonte non amasse molto queste vie consolatorie: frasi fatte buttate lì tra un discorso e l'altro, assoluta incapacità di immedesimarsi nei suoi panni e quindi capirne a fondo lo stato d'animo, ma soprattutto la mancanza di ascolto. Camaleonte decise infine di pensare a sè stesso da solo, come aveva sempre fatto e come avrebbe fatto in futuro. Inutile promettergli che le cose un giorno sarebbero cambiate, nessuno poteva prevedere con certezza il domani e a lui non piacevano queste scorciatoie pseudo amicali.

Cadde in ginocchio dopo aver svoltato un angolo e pensò di aver fatto bene a rinunciare alla campagna prossima ventura, e tuttavia si chiese se mai con i suoi occhi avrebbe potuto vedere ciò che da tempo, ormai lontano, agognava con forza sempre più flebile.

I popoli liberi sono ancora pochi,
L'oscurità è ancora troppa,
Corvi si aggirano nei cieli in cerca di un lauto pasto,
La tentazione di abbandonarmi ad essi è forte.
La mia spada è davanti a me, mi basta allungare il braccio ed afferrarla;
Combatto, mi ferisco, cado e mi rialzo con l'aiuto dei miei compagni.








Non è ancora tempo di dormire....

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