Eh si, capita a tutti di assistere, prima o poi, allo sbotto di qualche collega sul posto di lavoro.
Che si fa dopo che il nostro compagno di disavventure ha dato in escandescenza?
Tanto per cominciare gli diamo il suo tempo ed aspettiamo che sia l'altro a chiedere di parlare, nel senso che se non accenna a volerne discutere subito ma anzi esce dall'ufficio o si fa un caffè allora lo lasciamo stare fino a che non ci sembra poco più mansueto o pronto al dialogo.
In ogni caso è sempre una pessima idea quella di cercare di dargli risposte, aiuti e consigli NON RICHIESTI, perchè così diventiamo intrusivi ed anche abbastanza presuntuosi ai suoi occhi.
Il maestrino, volente o nolente che sia, non piace proprio a nessuno.
1. Ascolto. Bisogna sapere che occorrerà dedicare anche parecchio tempo all'ascolto di quella persona, il tutto senza aggiungere: a) giudizi [la persona ha bisogno di raccontarsi non di essere additata] b)paragoni [la persona ha bisogno di sentirsi ascoltata non di minimizzazioni o del loro contrario, il quale può portare anche alla mania tra parentesi] c)condanne [Se non abbiamo la disponibilità di poter pensare che l'altro ha una forma mentis diversa dalla nostra e che quindi anche tutte le sue caratteristiche, emozioni e pensieri possono confliggere con il nostro e nonostante ciò accettare tutto..beh lasciamo perdere, facciamo altro]. Se ci si accorge di non avere tempo cercate di mettere a tacere il vostro spirito da crocerossina e lasciate perdere.
2. Raccontarsi. Dopo che il nostro collega si è raccontato allora si può parlare di noi. Qui si può arricchire qualsiasi storia che inizia con "Sai anche a me è successo una volta.." ma bisogna tenere a mente due dettagli: Deve sembrare una cosa verosimile che porta chi la racconta a sembrare divertente o quieto o che comunque abbia risolto dentro di sè quella questione e ci rida su (anche sulla sua reazione di sbotto), altrimenti può sembrare che ci si autoreferenzi sulla propria bravura nell'aver vissuto evento simile ed averlo superato con grande bravura, questo fa sembrare la persona di cui ci stiamo prendendo cura..un idiota. La seconda accortezza è quella di assicurarsi che l'altro sia chiuso dopo il nostro intervento e se alza la voce, ride troppo forte o fa qualcosa che normalmente verrebbe tazzato...si consiglia di lasciar correre almeno quella volta lì.
Se lo fate diversamente iniziate a chiedervi se ciò che fate aiuta veramente l'altro oppure no.
Greetings
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